Cia Agricoltori spinge per cambiare la legge quadro sulla caccia: è necessario rendere pienamente efficace la gestione degli ungulati. Chiesto incontro ai ministri Patuanelli, Cingolani e Lamorgese.
C’è bisogno “di un approccio pragmatico” che permetta di sciogliere “uno dei nodi irrisolti” avviluppati intorno all’agricoltura italiana: per rendere realmente efficace la gestione degli ungulati è necessario riformare la legge quadro sulla caccia. Cia Agricoltori torna a chiederlo ufficialmente, mentre attende d’incontrare i ministri Cingolani, Lamorgese e Patuanelli. Peraltro Patuanelli si è già espresso alla Camera in senso opposto: non serve cambiare la legge, sono sufficienti le ultime sentenze della Corte costituzionale sul controllo faunistico.
Ma per Cia Agricoltori, come già per Coldiretti, il quadro normativo in vigore non funziona adeguatamente. In Italia si contano “quasi due milioni di cinghiali”; è dunque urgente ragionare “dei modelli d’intervento più incisivi” e garantire la tutela delle coltivazioni e la sicurezza sulle strade.
«L’Italia non può permettersi di uscire dalla pandemia precipitando di nuovo nell’emergenza ungulati» commenta Dino Scanavino, presidente nazionale Cia. «Le ambizioni green e la ripresa nazionale devono contemplare una soluzione sostenibile ed efficace del problema fauna selvatica».
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