Massimo Buconi, presidente nazionale Federcaccia, commenta la richiesta di abrogare per referendum la legge che consente la caccia nei fondi privati.
«Se questo ennesimo attacco si concretizzasse, e resta tutto da dimostrare, sapremo rispondere come già avvenuto in passato»: Massimo Buconi, presidente nazionale Federcaccia, commenta così la richiesta di abrogare per referendum la legge che consente la caccia nei fondi privati. «Evidentemente non hanno ritenuto raggiungibile l’obiettivo di cancellare l’intera legge 157/92; così gli anticaccia ci riprovano con un progetto meno ambizioso» e teoricamente più facile, l’abolizione dell’articolo 842 del codice civile.
Buconi però fatica a credere che i cittadini saranno davvero chiamati a votare. Raccogliere mezzo milione di firme è sempre faticoso, in una situazione così diventa complicatissimo. In ogni caso Federcaccia, che ha già contatto i parlamentari vicini e i vertici delle associazioni agricole, è pronta a combattere. Anche perché la caccia, «che in Italia si articola intorno all’842, costituisce» uno strumento fondamentale «per gli agricoltori, il 90% dei proprietari dei fondi di cui si sta parlando»: senza caccia è difficile «prevenire danni alle colture e al bestiame e contenere le specie invasive».
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