Gestione degli ungulati nelle aree protette e carniere per la caccia in deroga: ecco i motivi per cui il governo ha impugnato la nuova legge toscana sulla caccia.
La gestione degli ungulati nelle aree protette: è questo il primo motivo per cui il governo ha impugnato la nuova legge toscana sulla caccia. Lo si apprende dalla nota diffusa dal ministero degli Affari regionali, che spiega da dove nasca la delibera.
La legge 394/91 sulle aree protette autorizza gli abbattimenti sulla base di direttive regionali solo laddove non esista un regolamento del parco. Il piano può inoltre essere attuato solo dai dipendenti del parco o dalle persone autorizzate, non anche dai soggetti che la giunta abilita alle operazioni di controllo. La nuova legge toscana sulla caccia prevede invece che il soggetto gestore, accertatosi delle densità sostenibili e dei danneggiamenti alle coltivazioni anche nelle zone contigue, adotti i piani di controllo; e che in caso di inadempienza intervenga la giunta.
Di qui la controversia, che si replica anche sulla caccia in deroga. Il consiglio regionale toscano ha infatti deciso che i selvatici abbattuti in questo regime non incidano sul carniere massimo giornaliero. Ma la 157/92, scrive il governo, “non ammette eccezioni all’obbligo di indicare un carniere giornaliero per le specie”.
Il resto del provvedimento però rimane su (“la legge regionale […] deve essere impugnata limitatamente agli articoli 24 e 30”). È una prima buona notizia in vista della sentenza della Corte costituzionale.
Scopri le ultime news sul mondo venatorio e i test di ottiche, armi e munizioni su Caccia Magazine.