La scelta dell’innesco e i modi per inserirlo

È un componente fondamentale della cartuccia, quello che dà origine alla detonazione della polvere, le permette di bruciare correttamente e può cambiare notevolmente le prestazioni balistiche: vita e segreti dell’innesco

strumenti per innesco

Se non fosse racchiusa nel bossolo e trattenuta dalla palla, la polvere da sparo sarebbe semplicemente infiammabile e non esplosiva – la differenza consiste nella velocità di accensione. Ma detto così non è del tutto esatto: per la trasformazione completa è necessario un elemento detonante, proprio come il detonatore di una bomba, che dia un principio di fuoco molto violento e che inneschi il processo di esplosione. Questo compito è svolto dall’innesco (in inglese primer), quella piccola e alla vista insignificante capsulina che contiene una minuscola carica detonante (una volta si utilizzava il fulminato di mercurio, efficace quanto corrosivo), che viene repentinamente deflagrata dalla martellata inferta dal percussore della nostra arma. La fiamma generata viene rotta dalla cuspide a tre razze situata all’interno della sua scodella, producendo così una vampa più lunga e funzionale. La stessa cuspide, detta incudinetta, è quella che genera la scintilla nello sfregamento tra la sua sommità è l’interno della coppetta dell’innesco: lo sfregamento è generato dalla spinta del percussore.

I tipi di innesco

Esistono diversi tipi di innesco. Prima di tutto bisogna distinguere tra small rifle e large rifle, i primi destinati ai calibri di minori dimensioni, mentre i secondi a quelli medi e grossi, poi tra gli standard e i magnum, questi ultimi ovviamente per i bossoli di dimensioni corpose propri dei calibri magnum e le generose quantità di polveri progressive e dure da accendere che li riempiono, sulle quali hanno maggior efficacia grazie all’aumento della miscela detonante. È infine corretto riportare un’ultima alternativa, i match, disponibili praticamente per tutte le altre tipologie. Come si può intuire dal nome, i match sono destinati alle competizioni o comunque a chi vuol spremere il massimo dal proprio ferro e sono quindi soggetti a una rigorosa selezione dopo un accuratissimo assemblaggio; il motivo è facilmente comprensibile se si considera che il rapporto tra miscela detonante e polvere da sparo a livello di potere di spinta è di 1:20, vale a dire che un decimo di grano di miscela corrisponde a due grani di polvere da sparo. Considerando all’attenzione che si pone nel pesare questo componente, si capisce perché non si abbia voglia di vanificare tanti sforzi con un innesco di qualità discutibile, visto poi che è un elemento su cui noi non abbiamo nessuna facoltà di controllo.

Anche la pratica di pesare gli inneschi, come talvolta capita di leggere, non può essere redditizia: è talmente alta la sproporzione tra il peso della coppetta e quello della miscela detonante che non si riuscirebbe a capire in quale dei due componenti possa sussistere un’eventuale differenza.

Come sceglierli

Per la dimensione c’è poco da scegliere: se il bossolo che dobbiamo caricare porta gli small non potremo usare i large e viceversa. Differente discorso invece per le varie tipologie: normalmente per le situazioni più comuni bastano gli standard, anche se per stare tranquilli conviene usare sempre i match, ma in certe occasioni si dimostra necessario ricorrere ai magnum. Ciò si verifica principalmente se la polvere è di dura accensione. Dopo un po’ lo si intuisce anche a guardarle: le più difficili hanno grani grossi e appaiono grasse a causa della pesante grafitatura. Oltretutto questo genere di propellenti viene usato in calibri magnum o comunque dal bossolo di una certa lunghezza che rende necessaria una fiamma lunga e violenta; altre polveri che creano problemi con gli inneschi standard sono le varie ball-powder. La Vihtavuori N560, la Hodgon 4831 e la Winchester 760 migliorano di solito le loro prestazioni sia in termini sia velocitari sia di accuratezza con l’utilizzo di questo genere di inneschi. Si tenga presente che, se questi non sono necessari, si otterrà quasi sempre un decremento della precisione per via di uno sballamento dei picchi pressori. Sono molto indicati in Federal Gold Medal 210 Match (e GM205M come small rifle), anche se vanno benissimo i CCI BR-2.

Per i magnum rendono bene i Federal 215 e con gli RWS 5333. RWS è una di quelle aziende che non produce inneschi match ma solo standard, giustificando questa scelta con la straordinaria qualità del loro prodotto. In effetti va riconosciuto che sono molto costanti e non se ne sente l’esigenza: quando arrivavano a singhiozzo i prodotti d’oltreoceano, era frequente utilizzare inneschi RWS 5341 con ottimi risultati. Altra piacevolissima sorpresa caldamente raccomandata è rappresentata dai Remington 7 ½ Br (small), di una costanza fenomenale. Anche la nuova produzione di inneschi della Fiocchi impressiona in maniera veramente notevole e positiva.

L’inserimento

Inserire l’innesco non è una pratica difficile, ma occorre l’attrezzatura giusta. Vale la pena di usare una pinza innescatrice, per esempio della Lee, molto comoda, pratica, economica e rapidissima, anche se richiede degli shell-holders dedicati; unico difetto è che non brilla per solidità, anche se prima di ridurla al lumicino bisogna veramente darsi da fare: 10.000-15.000 colpi li regge tranquillamente. Naturalmente ce ne sono altre eccellenti come la Hornady, la RCBS e la Sinclair. Come alternativa ci sono i sistemi di cui sono dotate la maggior parte delle presse in commercio. Per dirne una, chi possiede la Forster-Bonanza modello Co-Ax può avvantaggiarsi del suo inseritore posto alla cima del castello: è di una costanza impressionante e permette di innescare i panciuti bossoli degli short magnum, che spesso non entrano nelle labbra delle pinze.

Lo spettro delle pressioni

Naturalmente è un modo molto empirico, ma è molto utile controllare lo stato dell’innesco per verificare le pressioni della nostra carica. Un innesco completamente spianato o che incomincia a formare un cratere sull’impronta del percussore denota un dosaggio, se non eccessivo, almeno allegro della polvere. Bisogna poi valutare l’entità dello spianamento o della craterizzazione: se sono accennati siamo ancora dentro i limiti consentiti, se sono troppo decisi siamo oltre. Può capitare anche un’altra cosa: se le pressioni in gioco sono elevate, è facile che si sformi la tasca dell’innesco, che diventerà così eccessivamente lasca. Si tratta di un fenomeno che, con un po’ di sensibilità e un minimo di pratica, si avverte già al momento dell’inserimento. Quando succede occorre buttare via i bossoli, che non garantiranno più la necessaria tenuta dei gas causando il rischio di fastidiosi sfoghi posteriori.

Il test

Usando la stessa carica (identici palla, polvere, bossolo OAL), si possono ottenere delle diverse prestazioni tra due inneschi differenti. In questo caso la prova è stata eseguita su un 6,5×47 Lapua Custom di BCM Europearms su meccanica Remington 700 con palle Nosler Ballistic Tip da 120 su 38 grani di N150. Nella prima foto si possono vedere tre colpi praticamente in un solo buco con inneschi CCI 450 (Small Rifle Magnum), mentre nella seconda si nota come sono andate le cose con inneschi Small Rifle della Murom, che pure in altre dosi si sono rivelati accuratissimi. In realtà questo è uno dei punti chiave: la differenza di accuratezza non sottintende tanto una differenza qualitativa negli inneschi, quanto il fatto che quelli migliori godono del perfetto rapporto tra pressioni e velocità per quella specifica combinazione.

Le ricariche indicate nel testo sono sicure, ricontrollate e testate più volte nelle armi dell’autore, che sono in perfette condizione e ben manutenute. In nessun caso né l’autore né la redazione si assumono alcuna responsabilità in caso di danni dovuti a un allestimento improprio della cartuccia né per l’utilizzo in armi inadeguate.